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La Velaterapia

La Velaterapia

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La barca a vela è un tipo di imbarcazione la cui propulsione è affidata prioritariamente allo sfruttamento del vento e nella quale il motore riveste solo un’azione di supporto, per lo più nelle manovre in porto. Una barca a vela, per poter navigare, ha bisogno della forza del vento sulle vele. Essa può posizionarsi a varie angolature rispetto alla direzione del vento, in base alla rotta che decide di tenere. Uscire in mare con una barca a vela, implica una serie di operazioni da compiere e di dinamiche psicologiche che si snodano costantemente. Ci sono decisioni da prendere molto velocemente, sono necessarie abilità di problem solving, si devono gestire emozioni, paure dubbi, governare gli elementi naturali e sfruttarli a proprio vantaggio: tutto questo rappresenta una sorta di lavoro terapeutico che valorizza la personalità e favorisce la crescita personale.

Secondo la Società Italiana di Psicologia, mare e vento combattono lo stress la depressione e le ansie, legate alla vita di tutti i giorni al punto che andare in barca è diventata una vera e propria cura chiamata “Velaterapia”. Si mettono infatti in atto dinamiche particolari perché si è “costretti”, in un certo senso, a muoversi in uno stesso ambiente e in uno spazio ristretto, a condividere emozioni e sensazioni e a collaborare, pur sotto la guida di un leader. Dunque si fa “gruppo”, tutti sono ugualmente importanti: le persone dell’equipaggio hanno dei compiti specifici e devono anche essere in grado di svolgere mansioni altrui nel caso in cui un membro sia impossibilitato a farlo.
In barca si ha l’opportunità di allontanare da sé problemi quotidiani poiché è necessario concentrarsi perlopiù sulla gestione della barca stessa. La vela, tramite la conduzione e l’esperienza del comando, permette di sollecitare l’attenzione, di aumentare l’autostima e l’autonomia e di essere sottoposti a continue stimolazioni che facilitano la creazione di un contesto nel quale i problemi e le incombenze legate alla routine quotidiana vengono notevolmente ridimensionati fino ad essere totalmente dimenticati.

Le prime iniziative legate alla Velaterapia furono intraprese nel quadro di progetti per il reinserimento sociale ed il recupero di giovani con problemi di relazione e di socializzazione. In tale contesto la Velaterapia è nata da una esperienza svedese conclusasi con sorprendente successo legata a un progetto di recupero di ragazzi considerati difficili e socialmente non inseriti.
In Italia la Velaterapia è comparsa nella seconda metà degli anni ‘80 e oggi sempre più associazioni veliche la inseriscono tra le loro iniziative. Tra i primi in Italia a considerare la vela come una opportunità terapeutica, Antonio Lo Iacono, Presidente della Società italiana di Psicologia (Sips), e vicepresidente dell'Associazione “Mareaperto” che dal 1989 porta in barca a vela disabili e persone soggette a disturbi nell’area psichica e motoria.
Fin dall’inizio la Velaterapia si è dimostrata particolarmente efficace e si è diffusa anche in ambiti diversi da quelli dai quali era partita, tanto che non si impiega più esclusivamente come strumento di cura per disabili ma viene consigliato per una gran parte di interventi orientati al sostegno di numerose procedure psicoterapeutiche.

La Velaterapia consiste nel trascorrere un certo periodo di tempo, variabile a seconda dei casi, in una barca a vela dovutamente attrezzata. Vengono programmate delle attività e, con la supervisione ed il controllo di uno psicoterapeuta, viene predisposto un iter didattico-comportamentale idoneo a sollecitare motivazioni e reattività orientate alla produzione e al sostegno di normali rapporti interpersonali. L’ambiente si presta in modo esemplare a realizzare un clima collaborativo e partecipativo, dove ognuno può rapidamente rintracciare le proprie inclinazioni ed esplicitarle nella interpretazione di uno specifico ruolo. Lo scopo non è solo quello di formare e consolidare quegli aspetti caratteriali che stanno alla base della normale interazione, ma anche di creare occasioni di sperimentazione delle proprie attitudini comportamentali e relazionali essenziali per uno sviluppo positivo della personalità.
Essa può definirsi come uso consapevole dell’esperienza in barca nella vita quotidiana, oppure associata a terapie riabilitative per persone che abbiano disturbi mentali come anche handicap fisici.




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